Feu Follet
Concert sur le score de la chaleur
Feu Follet est un concert sans musiciens dans la chair.
L'événement sonore ne se fait pas par le biais d'instruments classiques ou générateurs de sons et à travers des enregistrements.
Les sons qui créent le score pour ce concert particulier sont générés par certains objets placés dans un état d'instabilité physique.
L'énergie qui crée cet état d'instabilité est la chaleur.
Les sons sont générés à partir de l'air passant à travers les objets, comment la chaleur provoque une surchauffe, vibrations produisant, sifflets, percussion, larmes, Note.
Les variations de chaleur effectuent un score défini, dans lequel la «voix» de chaque objet est inscrit
dans une structure de composition du complexe et reproductible.
Comme la partition pour chaque concert est unique, mais l'exécution réinterprète chaque fois.
Feu Follet explore la frontière entre la lumière et le son.
idéation, composition, luci design sonore Myrtle Baliani
des plaques du système de développement, construction, conception sonore Marco Parollo
pour plus d'information, visitez: www.fuocofatuo.com
Suite A – Una Collezione Organizzata di Oggetti
(foto con oggetti in fila su tavolo)
Suite A è la prima tappa del progetto FUOCOFATUO.
idéation, composition, luci, conception sonore Myrtle Baliani
des plaques du système de développement, construction, conception sonore Marco Parollo
progetto grafico Charles Gazzi
Suite A si articola in tre movimenti
Genesi – In principio era il vapore / Vulcano
Ritmo – Ordine nel caos
Armonia – Ascesa e discesa
Durata 40 minuti circa
Ad ogni replica abbiamo chiesto agli spettatori di lasciare un commento riguardo all’esperienza appena vissuta
Nel buio e nella penombra ho dato spazio all’ascolto, il tempo si è dilatato, le orecchie si sono aperte e ogni piccolo suono mi evocava mondi. – Paola
Avevo la sensazione di essere in un tempo futuro, come dopo una catastrofe. – Giorgio
Casa, cucina, latte, acqua, treno, campanile, tutte queste immagini mi sono arrivate con languida malinconia preziose come lo diventano le cose quando le sentiamo perdute. – Maria
E’ curioso capire da quale teiera escano i sibili. Quando poi però vibrano all’unisono è lì che bisogna chiudere gli occhi e vedere il resto dello spettacolo. – Massimiliano
Le presenze in scena sembravano custodi di un sapere lontano che alchemicamente facevano rivivere schegge e soffi di un mondo perduto. – Stefania
Non saprei dire cosa è accaduto, mi sono commossa guardando una teiera. – Teresa
…i suoni descrivibili come semplici fischi sembrano incoraggiare il desiderio di comunicazione tra la macchina e l’uomo tramite un loro linguaggio, frequenze sonore di cui solo alcune bande vengono percepite dallo spettatore. – Max
In un certo senso parla della memoria, mi ha riportato nel tepore dell’infanzia. – Giorgia
Bella la condizione di attesa condivisa – Simonetta
… a tratti ho avuto paura. – Mauro
Sinfonia libera e precisa.. armonia precisa e casuale .. un concerto quantistico. – Luca
È stata una visione post-apocalittica. – Flavio
… come se dentro quella grotta si scoprissero resti di una umanità scomparsa. – Claudio
Sembrava di essere dentro un hangar abbandonato dove due oscuri sacerdoti compivano un rito di riesumazione di oggetti usati in una vita passata, che non c’era più. – Marco
I suoni, le luci e perfino gli odori si sommavano a comporre una sola musica straziante. – Massimo
…come nascosti nel laboratorio segreto di un alchimista, cullati dai suoni e trasportati altrove dai continui scenari che prendevano vita grazie al sapiente gioco di luci… pura emozione… questo è stato Fuocofatuo per me: un luogo, da qualche parte nella memoria, dove non vedo l’ora di ritornare. – Carlotta
…mi sono sentita di nuovo alla scoperta, una specie di caccia al tesoro per l’udito e per la vista. Come una bimba che si addentra nei meandri di un vecchio palazzo sconosciuto e incredibilmente affascinante e non sa più se fidarsi di quel che vede o di quel che sente: i sensi all’erta… Poi pian piano le luci si svegliano e un mondo nuovo prende forma un pezzetto alla volta: ogni volta una scoperta, una piccola meraviglia, un’incredulità e uno stupore. – Valentina
Gli elementi in sinergia danno vita a piccole scintille sonore riecheggianti tempi passati, ricordi lontani mai del tutto sopiti… una sorta di déjà vu mi ha riportato ai lunghi inverni in un luogo caro, nella casa della nonna, dove il latte veniva scaldato sulla stufa e più in là la legna crepitava nel camino… – Gabriel
Press
ANCHE LE TEIERE HANNO UN’ANIMA INTONATA
Federico Spadoni – La Voce di Romagna – 10 gennaio 2012
Teiere, pentole, padelle e quattro fornelli elettrici. Non proprio una tavola imbandita, ma strumenti e musicisti di un concerto inusuale, dove l’assenza delle consuete star del palcoscenico ricorda forse la più grande scoperta musicale del ‘900: che il silenzio altro non è che lo spartito su cui suonano le note della quotidianità. Come il gorgoglio dell’acqua in ebollizione, il fischio del vapore, il ticchettio delle gocce che cadono sull’acciaio rovente. Tutto questo accade in “Fuoco Fatuo”, concerto-spettacolo di Mirto Baliani e Marco Parollo, in programma sabato 14 all’Almagià, nell’ambito del Nobodaddy.
INIZIA NEL BUIO… Rossella Porcheddu – Repubblica.it – 14 Luglio 2012
http://cheteatrochefa-roma.blogautore.repubblica.it/2012/07/18/giovani-critici-santarcangelo-2-r-p/
Inizia nel buio, con un ronzio continuo, sottile, inesorabile, che pian piano riempie le orecchie. Poi il sipario si apre, e la scena, velata da una patina nera, un’impercettibile quarta parete, si rivela allo spettatore. Roventi fornelli elettrici, grandi pentole, piccole padelle, vecchie teiere guardano il pubblico, scuotendo ricordi e memorie.
Non intende imporre immagini o veicolare contenuti, lo spettacolo andato in scena nella raccolta Sala di Porta Cervese. “Fuocofatuo – Suite A” vuole soltanto evocare visioni, insinuando suoni e rumori nella mente dell’ascoltatore. Quello ideato e realizzato da Mirto Baliani e Marco Parollo, primo studio di un progetto diviso in due parti, è un concerto senza musicisti, una rappresentazione senza parole.
Presenze garbate, sagome scure, i due alchimisti con cappuccio e guanti trasformano le stoviglie in atipici strumenti musicali, mentre sul fondo della sala piatti e bicchieri, abitanti di un’antica cucina, sorvegliano la scena. L’acqua bolle, il vapore fischia, le pentole tremano, stimolando e confondendo i sensi.
Creano una misteriosa malia i due direttori d’orchestra, Myrtle Baliani, musicista, compositore e sound designer, e Marco Parollo, sound engineer diplomato alla SAE di Milano, giocando con le emozioni e l’immaginazione degli spettatori. “Fuoco Fatuo” è uno spettacolo che ribolle di quotidianità e profuma di memoria. È un nostalgico viaggio nel tempo.
VIBRAZIONI IMMAGINIFICHE Davide Di Lascio – Osservatorio critico Santarcangelo – 12/16 Luglio 2012
http://santarcangelofestival.wordpress.com/2012/07/16/vibrazioni-immaginifiche/
Una pergamena, odore di bruciato, il buio che s’impossessa dello spazio. Suite A ha inizio. Le luci svelano poco alla volta oggetti distribuiti con cura maniacale sulla linea orizzontale del palcoscenico. Vibrazioni fuori spartito s’impossessano dello spettatore: un aereo che decolla, un treno che parte e altri indefinibili rumori. L’udito è il senso più stimolato, quello su cui il regista Mirto Baliani si concentra maggiormente. A partire dai suoni, delle storie vengono narrate. Storie che si modificano nel momento dell’incontro/scontro con l’immaginario dello spettatore. Lo stimolo è anche visivo, paiono strumenti classici di un’orchestra quelli che il pubblico si ritrova davanti. Poi luci fatue illuminano altro. Utensili, piastre incandescenti, bollitori, l’orchestra diviene pian piano una cucina, un ambiente familiare. Le immagini sono in continua evoluzione, come le sonorità. Non solo rumori registrati e riprodotti ma anche creati sul momento. Gli oggetti assumono altre funzioni oltre quelle abituali. Divengono veri e propri strumenti musicali che producono un ritmo sempre più coinvolgente. Lo spazio si allarga in profondità e una figura umana fa la sua comparsa sulla scena. È nella penombra, si scorge appena. È Marco Parollo, sound designer dei Fuocofatuo. Indossa un cappuccio evocando un alchimista.
Aggiunge acqua ai bollitori con dei mestoli di metallo. Quest’azione produce vapori e vibrazioni. Sostituisce i tegami sulle piastre con movimenti precisi e risoluti. Il suo intervento è di supporto, affinché il ritmo sulla scena prenda precise direzioni rispettando le indicazioni del foglio di scena, unico punto di contatto con la musica tradizionale. Sulla pergamena le curve della composizione vengono articolate in Genesi, Ritmo e Armonia. I bordi bruciati riportano lo spettatore al nome della compagnia: il fuoco, che sulla scena è assente. Il calore delle piastre è prodotto elettricamente. Manca la fiamma, quella del focolare, che porta con sé tutta una serie di significati altri che nel tempo si sono progressivamente perduti. L’ardere di un camino era scambio, ricordo, compagnia, riunione, socialità. Oggi il fuoco è funzionale, riscalda bollitori e tegami, produce dei suoni, dispensa energia ma si risolve in se stesso. L’ultima immagine che il lavoro di Baliani e Parollo restituisce è nostalgica. Sul finire dello spettacolo, mentre sullo sfondo della prospettiva si distinguono bauli e utensili appesi alle pareti pronti all’uso, le luci si abbassano e la cucina assume proprio le sembianza di un caminetto, indicando l’ultimo atto, quello dell’armonia, del gioco, dell’equilibrio di un fuoco che non esiste più.
TOUR
11-13 Septembre 2015 – Parma – Insolito Festival 2015 / S-CHIUSI (estratti)
28 febbraio 2015 – Parma – Teatro al Parco – No Reason Night #2
27/28 aprile 2013 – Cesena – Teatro Comandini – Puerilia 2013
13 dicembre 2012 – Agliana (PT) – Cinema Teatro Moderno –Intrusor 2012
20 Septembre 2012 – Forlì – Deposito ATR – Ipercorpo 2012
25 agosto 2012 – Segni (RM) – Ex Chiesa di San Michele – Contemporaneateatro 2012
13-15 luglio 2012 – Santarcangelo di R (RN) – Sala di Porta Cervese – Santarcangelo •12
21 giugno 2012 – Milano – Teatro La Cucina – Da vicino nessuno è normale
14 gennaio 2012 – Ravenna – Artificerie Almagià – Ravenna viso-in-aria 2011/2012
3- 7 dicembre 2011 – Ravenna – Ardis Hall (anteprima)